Seminario Formulas

Mercoledi 4 maggio ore 14.30, aula Musmeci, Ex-Mattatoio, Largo Giovanni Battista Marzi,
Proiezione in enigma: costrutto prospettico e impianto simbolico in Las Meninas di Diego Velazquez

Luigi Cocchiarella (Politecnico di Milano)

Diversi fattori contribuiscono all’enigmatico fascino di Las Meninas, capolavoro pittorico di
Diego Rodríguez de Silva y Velázquez, dipinto nel 1656 nel proprio atelier ubicato nell’ampia Galería de Mediodía dell’Alcázar de Madrid, il castello dei regnanti di Spagna Felipe IV e Mariana de Austria.

Le imponenti dimensioni del dipinto, attualmente pari a 276 centimetri in larghezza per 318 in altezza, la pigra atmosfera da primo pomeriggio enfatizzata dalla suggestiva e diffusa penombra interrotta a tratti da sapienti sferzate di luce, l’ermetico rebus iconico dei dipinti fedelmente riprodotti sulle alte pareti dello studio, l’indecifrabile posa delle figure in scena, l’intrigante immagine dei regnanti riflessa nello specchio in fondo alla sala,

Las Meninas di Diego Velázquez, 1656. Olio su tela, cm 276×318. Personaggi in scena (a sinistra). Impostazione ricostruzione grafica (a destra).

nonché l’inconsueta presenza del pittore all’opera intento a scrutare oltre i limiti della tela il nostro spazio insieme agli altri personaggi, inclusa la splendida Infanta Margarita, al tempo bambina di soli cinque anni, sono solo alcuni fra i principali elementi d’intrigo evidenziati dalla vasta mole degli studi critici disponibili sull’opera, cui si aggiunge il magistrale costrutto prospettico che lega semanticamente ogni aspetto, iconografico e metaforico, in un sistema unitario superbamente coerente.

Oggetto del seminario sarà appunto l’analisi prospettica del dipinto, segnatamente orientata all’indagine ottico-proiettiva in quanto chiave di accesso privilegiata al complesso messaggio simbolico in esso contenuto, in linea col comprovato e profondo interesse del maestro della “età dell’oro” della pittura spagnola per la trattatistica ottica e prospettica antica e a lui contemporanea, nonché per la pittura e l’arte rinascimentale italiana.

Ricorrendo alle moderne procedure omologiche si cercherà di ricostruire, mediante grafici, modelli e maquette originali, l’assetto geometrico della scena rappresentata, la disposizione dei personaggi, il gioco di riverberi e rimandi che lega l’immagine riflessa sia al misterioso lavoro in atto sulla tela su cui il pittore appare all’opera sia al punto di stazione previsto per l’osservatore reale, il tutto riferito a uno spazio fisico non più esistente, ovvero il castello dell’Alcázar de Madrid e la Galería de Mediodía, distrutti da un incendio nella notte di Natale del 1734, ulteriore elemento che nel tempo ha senz’altro contribuito ad alimentare l’aura di insondabilità e mistero che avvolge questa splendida opera.

Riferimenti:

J. M. BARBEITO, Velázquez y la decoración escultórica del Alcázar, in L. Alba Carcelėn (editor), Velázquez: esculturas para el Alcázar , Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Madrid, 2007, pp. 113–131.

J. BROWN, Velázquez, Painter and Courtier , Yale University Press, London, 1986.

L. COCCHIARELLA, When Image sets Reality. Perspectival Alchemy in Velázquez’s Las Meninas“. In: KoG – Scienfic and Professional Journal of Croatian Society for Geometry and Graphics, N. 19, 2015, pp. 1-19. ISSN 1331-1611 (Print); ISSN 1846-4068 (Online).

Articolo scritto da Valerio Talamanca

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